
Milano Fashion Week 2017, la moda del futuro
Milano si prepara per la settimana della moda.
Dal 20 al 25 settembre per le vie della città lombarda vedremo sfilare personaggi noti e nomi importanti del fashion.
Per questa Fashion Week Milano ha pensato ad un progetto XL; ad essere coinvolti saranno, non solamente i marchi e gli show-room ma, l’intera città ed i suoi abitanti.
XL, come Extralarge ma anche Excel (eccellere), 5 giorni di festa della creatività italiana che vedranno Milano ospitare oltre a 63 sfilate, 94 presentazioni e 20 eventi in calendario, 7 installazioni dislocate nella città con lo scopo di fare conoscere e tramandare al grande pubblico il saper fare manifatturiero italiano.
Milano città promuove il made in italy
Messi alle spalle gli anni di crisi, il consumo di moda italiana sta tornando a crescere grazie soprattutto all’export.
La Camera di Commercio di Milano e Promos confermano l’Italia leader mondiale nella produzione ed esportazione di lusso e moda. Dal 2016 l’export è cresciuto del 1,2%, affermandosi principalmente in paesi quali: Francia (10,4%), Germania (9,3%), Stati Uniti (7,9%).
Dati incoraggianti che fortificano ulteriormente il rapporto tra paese e settore.
L’eredità di luogo e del suo saper fare incontra il futuro, con Milano XL si punta a sensibilizzare e trasmettere al pubblico tutti i valori che si celano dietro il Made in Italy.
La Fashion Week 2017 racconterà, non solamente le nuove tendenze ma, anche tutto ciò che ha fatto e sta facendo grande il prodotto italiano nel mondo.
“bello e ben fatto” ma anche con un valore aggiunto: sostenibile.
Il futuro della moda italiana è sostenibile
La sostenibilità di un prodotto è un fattore che sempre di più influenza le scelte d’acquisto dei consumatori. Come spiegato da Carlo Capasa, assessore alla moda del Comune di Milano, “la sostenibilità è una delle nostre priorità, accanto al digitale e al sostegno ai giovani. Sono i consumatori e tutti gli stakeholder del sistema moda a chiedere questo tipo di impegno. L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una filiera del tessile abbigliamento integra (il settore, ha deciso, nel 2017, di federarsi e di dare vita a Confindustria Moda, una rete che rappresenta oltre 67mila aziende delle diverse filiere per quasi 600mila addetti. Un’orchestra del tessile che finalmente ora suona in armonia) e di altissima qualità (controllata, dalla scelta delle materie prime da lavorare, alla lavorazione, fino alla distribuzione)”.
A tal fine, in occasione della settimana della moda 2017 è nato il progetto Funding Sustainability, un accordo tra la Camera della Moda e UniCredit.
“La dotazione iniziale, grazie a un approvvigionamento attraverso fondi della Bei (Banca europea degli investimenti) è di 30 milioni. Possono accedere al credito le aziende con meno di 250 dipendenti che presenteranno progetti per diminuire l’effetto sull’ambiente o migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche. Vaglieremo le richieste insieme alla Camera della moda e il limite massimo per la restituzione del prestito è 120 mesi”, così spiega Dario Prunotto di UniCredit
Un primo passo che si spera possa essere d’innesco per la definizione di standard alti, rigorosi, realistici e certificatili, di sostenibilità ambientale e sociale.
Sostenibilità ambientale, di filiera e migliori condizioni di lavoro.
Essere sostenibile non è solo un fenomeno di tendenza ma, una chiara dichiarazione di voler conciliare la crescita economica con il rispetto per ambienti e persone.
La sostenibilità vende e ripaga, perché non comunicarla? Dando magari sostegno ai giovani e al digitale?
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